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La Città

Aci Bonaccorsi è un piccolo Comune della Provincia di Catania, con popolazione di 3.456 abitanti su un territorio di 170 ettari, che si estende sulla collina litoranea a 362 m. di altitudine, in dolce pendìo dall'Etna verso il mare. Distante appena 13 Km. dal Capoluogo, il suo clima mite, tipicamente collinare, il verde rigoglioso dei giardini di agrumi, di vigneti, di frutteti caratterizzano questo paese come tranquilla e godibile località residenziale alle porte della grande città.

Le origini storiche di quello che nei "riveli" delle visite pastorali del 1624, conservati nell'archivio storico della Curia arcivescovile di Catania, veniva chiamato "Quartiero delli Bonaccursi di Jaci" vanno fatte risalire alla preesistenza di tre primitivi nuclei abitati consistenti in piccoli gruppi di case distinti e nettamente separati, sebbene non superassero la distanza di non oltre un cinquecento metri l'uno dall'altro. Per questi tre "originari" insediamenti, denominati "Battiati", "Pauloti" e "Sciara", che daranno vita agli omonimi quartieri non si può fissare una data di nascita precisa. Tuttavia, è possibile pensarla successiva allo storico e traumatico avvenimento della colata lavica del 1408. Solo più tardi l'arcaico nucleo assunse una conformazione più unitaria con il collegamento di altre due "contrade", "Piazza" e "Lavina", sorta anche quest'ultima sulla colata lavica del 1408 e inizialmente "luogo di Eremiti".

La "Piazza", situata in posizione più bassa e centrale, ben presto funge, di fatto, da raccordo tra gli altri agglomerati. La sua origine rimane ancora oggi la più problematica, data la presenza di un elemento importante e fuorviante nello stesso tempo. In essa sorge, infatti, una chiesa dedicata a Santa Maria della Consolazione e a Sant'Antonio Abate, la cui ultima costruzione risale al 1716, ma sul cui portale, però, una sintetica epigrafe parla di "anno mille". Probabilmente il significato dell'iscrizione va dimensionato all'indicazione di "chiesa molto antica", originariamente ubicata di fianco al letto di un torrente (oggi incanalato sotto la strada) che era costellato lungo il suo corso da altre chiese e che sicuramente costituiva un cammino molto frequentato per gli antichi abitanti del "Bosco di Jaci" (Acireale).

La costruzione della Chiesa Madre, negli ultimi anni del sec. XVI, in zona "strategicamente" centrale ai sub-quartieri, dava al Paese l'assetto definitivo e l'aspetto conservato pressapoco fino a oggi. Il nome di "quartiere" riscontrato nei "riveli" si deve alla struttura particolare della città di Jaci di cui "Bonaccorsi" era una delle tante componenti. Il nome "Bonaccursu" dato al Paese, malgrado la maggiore diffusione del cognome "Vattiatu" (da cui "Battiati", denominazione di uno dei più antichi sub-quartieri, come abbiamo scritto, che risponderebbe al significato di "battezzati"), si deve all'importanza e conseguente notorietà "fuori paese" assunta da alcune persone socialmente di spicco, di cognome "Bonaccorso". Come l'autonomia parrocchiale si fa risalire all'epoca della costruzione (1589) della Matrice (in precedenza la Parrocchia dipendeva dal Santuario di Valverde), così si ha pure una data per l'autonomia comunale. È bene, però, ricordare che entrambe le date vanno intese come "verità" approssimative. È del 1652, infatti, un documento che rende nota l'esecutorietà di un altro documento emanato dalla corte spagnola, l'anno precedente, a favore di un Giorgio Esquerra De Roxas, inteso a nominarlo "Marchese di Bonaccorsi". Alla morte di costui, che era stato secondo marito di Donna Francesca Grimaldi, vedova di Don Nicolò Diana, barone di Cefalà (Cefalà Diana, Palermo) e di Jaci, subentrava il figlio del primo marito di Donna Francesca, Guglielmo Diana. Nel 1672, succedendo come nuovi signori di Jaci i Campofiorito ai Diana, il "Marchesato di Bonaccorsi" rimase quale titolo onorifico alla famiglia Diana, anche se la "Terra dei Bonaccorsi" continuò ad essere una delle componenti dello "Stato" feudale di Jaci.